COSA MI PORTO
1) L’elenco delle barriere alla comunicazione: una intricata matassa da sbrogliare e tenere sempre a mente. Con pazienza e determinazione… riuscirò a scalfirle un mattone alla volta.
2) La consapevolezza che ho un iniziato un percorso di autodeterminazione e consapevolezza che richiede allenamento senza fine e dura per tutta la vita.
3) Qualche assioma, che voglio usare da bussola nella vita di tutti i giorni:
– imparare a pensare e a dire: “quando TU fai cosi, IO mi sento”;
– il linguaggio del “TU” genera barriere; il linguaggio del “IO” genera assunzione di responsabilità;
– ESPLICITARE UNA SENSAZIONE POSITIVA NE AMPLIFICA GLI EFFETTI,
– ESPLICITARE UNA SENSAZIONE NEGATIVA HA UN EFFETTO “DISINTOSSICANTE
4) Almeno 10 compagni di corso con cui potrò allenarmi;
5) L’importanza di chiedere e dare feedback con frequenza in modo da rendersi conto immediatamente dell’andamento della comunicazione;
6) Il piacere di non dover dire per forza l’ultima parola;
7) l’importanza della metacognizione: “capire cosa quello che accade genera in ME.
8) riconoscere anche le barriere della comunicazione che usano gli altri.
COSA LASCIO
HO GETTATO IL FOGLIO…. MA POCO MALE…. PENSO CHE CONDIVIDERE IL “COSA LASCIO” SIA MENO UTILE DEL “COSA MI PORTO”.
OGNUNO LASCI QUELLO CHE RITIENE “NON BUONO” E DA CUI RIESCE A STACCARSI.
Michele